Quando Euripide, nel 431 a.C., mise in scena la sua Medea, la tradizione letteraria aveva già fissato i tratti caratteristici dell’eroina mitica: straniera, maga e assassina dei figli. Il tragediografo ateniese riuscì tuttavia a creare un personaggio nuovo, che sfidava i più consolidati schemi di cultura dell'uomo greco: sulla scena, la barbara Medea appariva – e tutt’oggi appare – a tratti più greca, più eroica e più virile del greco Giasone. Questa ‘nuova’ Medea non ha mai smesso di influenzare gli artisti di ogni epoca, da Apollonio Rodio a Christa Wolf.